Treviso-Medjugorie
Nell’ agosto del 1982 mi trovavo in un campeggio vicino a Mostar per visitare la città, quando mi si presentò un signore, aveva la camicia sbottonata e tra i peli del petto una grossa catenina dorata con appeso un grande un crocifisso.
Mi chiese se ero anch’io lì per la Madonna e alla mia risposta negativa, mi mostrò il giornale “Oggi” con la notizia e la foto di Medjugorie e dei suoi veggenti, i quali, allora, avevano tra i 12 e 18 anni.
Nel giornale si parlava delle apparizioni e di padre Jozo Zovko, allora parroco, che in seguito venne arrestato (un tribunale comunista lo condannò a tre anni e mezzo di prigione nonostante fosse innocente).
Negli articoli del giornale si riportavano sia le persecuzioni contro i veggenti e i loro genitori, che contro i parrocchiani e i sacerdoti e anche contro i pellegrini.
Bisogna premettere come la Bosnia-Erzegovina apparteneva alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, guidata da una dittatura comunista, e a quel tempo si doveva “ungere” qualche personaggio per non incorrere a qualcosa di spiacevole. Così decisi di lasciar perdere per non incorrere in qualche guaio. Visitai Mostar per poi ritornare in Italia.
E proprio in Italia, intanto, non si parlava d’altro: “la Croazia e tutte le regioni della Jugoslavia sono scosse da un avvenimento miracoloso.
Alcuni ragazzi hanno avuto e continuano ad avere apparizioni della Velica Gospe, La Grande Signora”.
Era quanto si leggeva nei giornali tappezzati di foto, di Medjugorie e dei veggenti.
Mi pentii di essere stato così vicino e non esserci andato, e mi ripromisi di andarci quanto prima. Ora sono passati ventotto anni e finalmente ci sono ritornato.
A prima vista naturalmente qualcosa è cambiato, non molto direi, avendo visto foto del tempo delle prime apparizioni: il villaggio di Mediugorie è sempre piccolo e molto carino, e anche se sono sorti molto negozi di souvenir ed articoli sacri di fronte al Santuario, siamo comunque ben lontani dal caos e dal rumore delle nostre città. Naturalmente negozi e negozietti, bar, pensioni, ristoranti, pizzerie ci sono, molto differente da Lourdes, Fatima o Czestochowa.
Medjgorie ha contenuto molto lo sviluppo urbanistico, conservando così le caratteristiche del posto. Molte case sono state trasformate in pensioni per i pellegrini a prezzi modesti.
Medjugorie e la sua parrocchia si trovano in Erzegovina, 25 km a sud-ovest da Mostar e con i villaggi di Bijakovici, Vionica, Miletina, e Surmaci forma una parrocchia cattolica romana nella quale vivono oggi circa 5000 abitanti.
Prima del 24 giugno 1981 la gente di Medjugorie viveva lavorando la terra, come negli altri villaggi di quella regione, piantando tabacco, la vite e verdure con la produzione di vino.
A causa delle difficili condizioni sociali erano numerose le persone che lasciavano il paese per stabilirsi altrove.
Il 24 giugno 1981 verso le ore 18, sei giovani della parrocchia di MEDJUGORIE (Ivanka Ivankovic, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic, Ivan Dragicevic, Ivan Ivankovic e Milka Pavlovic) videro sulla collina Crnica, alcune centinaia di metri sopra il luogo chiamato Podbrdo, una figura bianca con un bambino in braccio, che con la mano faceva loro segno di avvicinarsi.
Da quel momento anche per la gente del luogo cambiarono molte cose, anche se nei primi tempi ci furono delle persecuzioni da parte del regime comunista.
In seguito, però, le cose migliorarono.
Il viaggio : dopo Trieste con la E 61 attraversiamo la Slovenia in direzione Fiume (Rijeka), “non serve acquistare la vignete in Slovenia, visto che non percorriamo autostrade” . Passato il confine Sloveno-Croato, dopo pochi km in territorio Croato imbocchiamo l’autostrada A 7, nei pressi di Rijeka l’A6, che percorriamo per circa 83 km, per poi immetterci nell’A1 che ci porterà fino all’uscita per Vigorac – Ljubuski – Medugorje, 42 km circa di strada stretta e tortuosa a tratti.
Arriviamo verso sera e troviamo da parcheggiare (l’insegna dice: non camping) dietro la cattedrale in un ampio parcheggio sterrato con un paio di camper e qualche pullman italiano, la notte trascorre tranquilla e solo alle sei suonano le campane per la prima messa, tutte le mattine.
La giornata di sole ci invita oggi a fare la prima scalata e così ci spostiamo con il camper e percorriamo i 2 km che ci separano dalla base del monte; riusciamo a trovare parcheggio tra due pullman.
Iniziamo la scalata tra pietroni e rocce appuntite, c’è molta gente, la maggior parte italiani, qualcuno è anche scalzo, vedo diversi gruppi di giovani, molti sono gli anziani.
Lungo il percorso ci sono delle grandi formelle della via Crucis, ad ognuna normalmente ci si ferma per recitare il rosario, e per prendere “fiato”, visto che il percorso è disagevole è molto ripido; noi oltre al segno della croce recitiamo una breve preghiera, e in un’ora circa siamo in cima, al KRIZEVAC, alla sommità di questo monte alto circa 500 metri è stata innalzata una croce monumentale alta 8,5 metri e larga 3,5, in ricordo dell’Anno Santo della Redenzione.
La costruzione della croce è iniziata nel 1933 ed è stata completata nel 1934 e da quell’anno il monte Sipovac è stato chiamato Krizevac, ovvero monte della croce. Sembra che la croce sia stata costruita per difendere i raccolti dalle piogge abbondanti che li minacciavano: l’allora parroco, Bernardin Smoljan, spinse i parrocchiani, nonostante la loro povertà, a costruire la croce a memoria dei 1900 anni dalla morte di Cristo.
Alcune reliquie della vera Croce di Gesù, ricevute da Roma per l’occasione, sono state inseriste nell’asta della croce stessa.
Il 16 marzo 1934 fu celebrata la prima Santa Messa ai piedi della croce.
Dopo aver pregato con un gruppo di pellegrini di Brescia che abbiamo conosciuto lungo il percorso, riprendiamo la discesa, molto più difficile, per la paura di scivolare; eravamo quasi alla fine della discesa e mi colpirono delle frasi che si scambiarono due signore: “Non dovevi fare questo percorso”, diceva la prima signora. L’altra le rispose: “Non voglio che nessuno mi dica cosa debbo fare e cosa non debbo fare, la Madonna mi ha dato le ali e mi ha insegnato a volare”.
Quest’ultima signora avrà avuto più di 60 anni e stava scendendo aiutandosi con due stampelle.
Ripreso il camper ritorniamo al parcheggio che nel frattempo si era riempito d’auto e di pullman, un posticino lo troviamo e dopo aver pranzato e fatto il riposino pomeridiano, verso le ore 16 ci spostiamo di nuovo con il camper verso la base dell’altro monte.
Parcheggiato anche qui tra i pullman (attenzione come per raggiungere l’altro monte le strade sono molto strette), iniziamo un’altra ripida scalata (questa e più corta): durante gli anni anche questo sentiero è stato arricchito di 15 tavole di bronzo raffiguranti i misteri della Gioia, del Dolore e della Gloria, e anche qui i pellegrini salgono sulla collina delle apparizioni per pregare e meditare i misteri del Santo Rosario.
Dopo mezz’ora di ripida scalata siamo in cima al PODBRDO, il quale costituisce il luogo delle prime apparizioni: qui ci accoglie, tra le rocce, una grande statua bianca della Madonna, ovvero la Regina della Pace (Kraljica Mira).
Da notare che Podbrdo (che in croato significa “il mento”) è in pratica la zona più bassa del monte Crnica, la quale sovrasta la frazione di Bijakovici dove abitavano i sei veggenti al tempo delle prime apparizioni.
Seduti su delle pietre, rimaniamo in silenzio come molta altra gente; chi seduto, chi in ginocchio: ognuno è con i propri pensieri.
Non so il tempo che siamo rimasti qui: c’era pace e tranquillità. E’ un luogo che trasmette una serenità interiore incredibile.
Scendiamo per riprendere il camper e ritorniamo al solito parcheggio.
E’ domenica, e anche questa mattina le campane ci svegliano che sono le sei; alle 10,30 nel capannone dietro la chiesa c’è la messa in italiano a cui assistiamo (gli altri giorni la messa in italiano è alle 11 in cattedrale); verso le 16 del pomeriggio ritorniamo ai piedi del monte e rifacciamo la scalata di nuovo in cima al Podbrdo.
Seduto tra i massi osservo in silenzio la gente: c’è una giovane suora con la testa fra le mani, ai lati della statua della Bianca Signora una coppia di anziani si tengono per mano, una coppia di giovani sono in ginocchio davanti, con gli sguardi rivolti verso l’alto. Anche oggi c’è molta gente e tutti gli sguardi sono rivolti verso il viso della Madonna.
Vedo molti giovani e arriva una comitiva di italiani. Sottovoce cominciano a pregare.
Non lo so… ho anch’io molti dubbi, delle incertezze, molte cose non le capisco… però qui si sta bene.
Si è fatto tardi ed è ora di ridiscendere: arriviamo nel parcheggio che è pieno all’inverosimile di auto e pullman, e ancora continuano ad arrivare auto.
Riusciamo a malapena a trovare un buco; la spiegazione e semplice: la domenica sera c’è la messa, la maggior parte della gente è del posto o dei paesi limitrofi , arrivano soprattutto giovani, ci avviamo anche noi, si riempie la chiesa e tutti gli spazi circostanti, si sente dagli altoparlanti istallati intorno alla chiesa che sta per iniziare la cerimonia. (fuori dal lato sinistro della cattedrale ci sono un centinaio di panche, come nel grande piazzale nel retro).
Terminata la cerimonia ci rechiamo lungo il viale alla fine del parcheggio per un ultimo saluto al Cristo, una grande statua in bronzo, da dove sotto un ginocchio esce in continuazione una piccolissima goccia d’acqua.
Ci mettiamo in fila anche noi davanti alla statua e arrivati vicino al ginocchio del Cristo, bagniamo sulla piccola goccia d’acqua che esce dei fazzolettini che avevamo comperato.
La gente, piano piano, si allontana, come i pullman e le auto, e lentamente si svuota il parcheggio; spostiamo il camper sotto un grande lampione che ci illumina a giorno
l’interno, cala ancora il silenzio della notte.
Siamo stati bene: il tempo che abbiamo trascorso è passato in modo molto tranquillo e riflessivo, la preghiera e il silenzio che domina ci aiuta molto, e poi preghiere interiori, stare con se stessi, un dialogo con l’IO di ognuno di noi con la Madonna ed il Cristo, lunghi momenti di meditazione sui misteri della Via Crucis, riflettendo sulle nostre incertezze, sui dubbi che ci assalgono, sui nostri errori, chiedere perdono, la grazia e la guarigione per qualcuno, questo è Medjugorie.
Siamo nel viaggio di ritorno e pensiamo di ritornarci al più presto.
23/04/2010 – Treviso-Medjugorie, andata e ritorno Km.1450.
Costo diesel Italia € 1,21, Slovenia € 1,17, Croazia € 1,14, Bosnia € 1,08.
Costo autostrada Croazia totale € 84.
In Slovenia si paga in euro e il resto lo ricevi in euro. In Croazia si paga in euro, ma molto spesso ti danno il resto nella moneta locale. In Bosnia si paga in euro e resto in euro.
Nessun problema alla frontiera Bosniaca, controllo carta d’identità o passaporto, e carta verde.
E’ consigliabile per la Bosnia munirsi di assicurazione malattie (una settimana il costo e di circa € 30), la nostra tessera sanitaria non comprende la Bosnia.
Buon giro-vagare – Rino